Sede

Il Centro di Ateneo Biblioteche “Roberto Pettorino” (CAB) è situato nel centro storico di Napoli, nel Complesso di Sant’Antoniello a Port’Alba, in piazza Bellini 59.

Il monastero di Sant’Antonio di Padova a Port’Alba fu fondato a metà del Cinquecento da Suor Paola del Cappellano come sede di una comunità di monache francescane che lo governò fino al 1808, quando fu chiuso a causa della soppressione degli ordini religiosi proclamata da Gioacchino Murat. Il ritorno dei Borbone portò alla riapertura del monastero nel 1820, affidato alle Monache Serve di Maria, dalle quali passò alle Figlie di Maria Ausiliatrice (1925-1976) ed infine alle Piccole Ancelle di Cristo Re che rimasero in questa sede fino al 1992.

Dal 1981 il Complesso storico è patrimonio del Comune di Napoli che lo ha concesso in comodato d’uso all’Università degli Studi di Napoli Federico II; tra il 2000 e il 2004 l’Università ha effettuato lavori di restauro, adeguamento alle norme di sicurezza e di protezione e adeguamento degli edifici alla nuova funzione, consentendo il recupero di una struttura di particolare valore storico e architettonico, che è stata aperta al pubblico nel 2008 come sede del Centro di Ateneo per le Biblioteche e della Biblioteca dell’Area Studi Umanistici (BRAU).

Il complesso storico di Sant’Antoniello è il risultato dell’aggregazione di due preesistenti edifici quattrocenteschi: il palazzo con cappella di Alvaro de Mendoza (un tempo appartenuto a Onorato Gaetani), che rappresenta il primo nucleo del monastero e corrisponde all’area dell’attuale chiostro e del Palazzo Conca (già Pandone) acquistato dalle monache francescane nel 1637. Il complesso conobbe nel corso degli anni numerosi rifacimenti, dovuti in parte alla necessità di collegare funzionalmente gli edifici che lo componevano, in parte per rimediare ai danni causati dai terremoti avvenuti nel corso dei secoli XVII e XVIII. Nel Cinquecento l’intervento più importante fu rappresentato dalla costruzione della chiesa al posto della cappella di Palazzo Gaetani.

Nel XVII secolo i terremoti degli anni 1688 e 1694 danneggiarono pesantemente il monastero, rendendo pericolanti molte parti e arrecando gravi danni soprattutto a Palazzo Conca. Il progetto di recupero fu affidato ad Arcangelo Guglielminelli che ricostruì secondo le esigenze delle monache l’interno di Palazzo Conca, demolito perché pericolante dopo il terremoto e costruì un nuovo piano. L’intervento di Guglielminelli comportò un pesante rimaneggiamento della facciata quattrocentesca in piperno di Palazzo Conca, di cui si conservarono tuttavia i portali principali.

Nel Settecento, oltre ad altri lavori di consolidamento successivi al terremoto del 1732, furono realizzati due lati del chiostro e i relativi edifici; una nuova sagrestia, la chiusura del vicolo laterale della Sapienza per realizzare celle e locali di servizio, il rifacimento della facciata del monastero su piazza Bellini e della scalinata d’ingresso.

I lavori di restauro, eseguiti nei primi anni di questo secolo, hanno permesso di riportare alla luce elementi appartenenti ad un passato ancora più remoto: è stata così sostituita una parte del pavimento del chiostro con lastre trasparenti per consentire la visione di un pezzo di la cinta muraria di età greca del V e IV secolo a.C. che da piazza Bellini prosegue sotto il complesso e nell’angolo del chiostro una colonna di risulta.

Tutte le informazioni contenute in questa pagina sono tratte dal volume Sant’Antoniello a Port’Alba, a cura di Adriana Valerio e Aldo Pinto, Napoli, Fridericiana, 2009.